Milo

Milo

Milo è stato il mio primo furgone, un Wolkswagen Caravelle T4 2.5 TDI del 2003. Me lo sono allestito completamente da solo nel 2019 per utilizzarlo nei weekend come Van.

In principio…

Chi non ha desiderato un T2 per andare a perdersi in giro, rievocando l’idea di libertà originaria di chi usava questi mezzi nell’epoca giusta e nel contesto giusto? Io sì, più e più volte, sin da ragazzo. Ovviamente è rimasto un sogno, un po’ per i costi, un po’ il mantenimento, le complicazioni e mille scuse che rendono poco pratico l’acquisto di un mezzo così.

Ma non bisogna demordere.

Nell’estate 2019 andai a Roma per consegnare una chitarra e ne approfittai per fermarmi in tenda qualche giorno sul lago di Bolsena visitando diversi posti interessanti in zona. Ecco fatto che inizai a pensare: “Certo che se avessi un bel furgoncino vivrei molto più comodo che in tenda, e sarebbe davvero figo!”. Da lì tutto è arrivato a valanga, come al solito nelle mie decisioni.

Tornato a casa dalla vacanza lo studio dei van, che già portavo avanti da tempo, diventa un obiettivo primario, con lo scopo finale di comprare un T4.
Dopo aver visto un po’ di mezzi per studiarli trovo quello giusto: Milo. Un viaggio a Milano per vederlo e provarlo e, dopo aver venduto il mio Buondì (Una Xsara Picasso), ritorno a Milano per fare il passaggio di proprietà e portarlo a casa. L’idea era quella di usare Milo anche quotidianamente come auto.
In autostrada di ritorno da Milano ero un mix di euforia e disperazione: “Ma perchè l’ho comprato, mi sono messo in testa una cazzata, sti soldi spesi per cosa? Un mezzo con 17 anni con la pompa idroguida che piscia olio…belin, senti, cos’è sto rumore? E quest’altro?
Il giorno dopo la disperazione era passata, lasciando spazio solo all’euforia; alla fine, si vive una volta sola, va bene così! Un giro dal meccanico per prima cosa per sistemare l’idroguida e fare un checkup completo: Pastiglie e testine degli ammortizzatori anteriori da cambiare. Un altro colpo al portafoglio e al cuore, ma, in fondo, ero preparato, quindi sono stato zitto e ho aspettato il ritiro del mezzo, pronto per la fase più divertente: la camperizzazione!

La trasformazione

Essendo il mio unico mezzo non ho voluto trasformarlo completamente, volevo poterlo usare facilmente rimontando i sedili posteriori. Ho così optato per tenere la panca a 3 posti posteriore, usandola come base per un letto scorrevole, e costruirmi un mobile con funzione di lavello, contenitore frigo, potty, e mini ripostiglio. Tutto molto spartano, ma funzionale.

Il collaudo

A metà novembre 2019 siamo partiti in 2 per 3gg sul lago di Garda con solo la struttura letto, un materasso gonfiabile e voglia di testarlo sul campo. Tre giorni di acqua e freddo ci hanno messo alla prova, ma l’entusiasmo ci ha fatto comunque passare sopra tutti gli inconvenienti dovuti al maltempo.

L’inverno passa veloce, ritagliando quando possibile il tempo per camperizzarlo, sapendo che il test vero sarebbe stato rimandato alla primavera, più che altro per una questione di temperature notturne.
Il 7 marzo 2020 tutto era pronto, compresi noi 2 per partire per tre giorni in Toscana. Ma, come tutti sappiamo, il Covid ha fermato tutto. Il nostro collaudo era stato rimandato a data ignota. Ricordo ancora una sera di marzo che sono sceso di casa con uno scazzo epico per svuotare le taniche dell’acqua ancora piene.

Alla fine maggio non ha tardato ad arrivare e noi, dato il limite della regione, abbiamo deciso di partire per 4 giorni per Lerici, Portovenere e dintorni. Il vero collaudo di Milo e di tutta la camperizzazione. Qualche miglioria da fare, la ridottissima autonomia di 12l di acqua, la prima esperienza col potti, diventato ormai un grande amico, ma tutto funziona quindi esito finale più che positivo!
Da lì partono diversi weekend in giro con grande entusiasmo e soddisfazione ma il difetto più grosso non tarda a presentarsi: i miei problemi cronici alla schiena non si sposano bene con l’impossibilità di stare in piedi dentro a Milo. Non c’è niente da fare, l’euforia del viaggio con Milo viene sempre contrastata da dolori e scomodità.

Combinazione, però, durante la quarantena avevo notato per puro caso un camperino in vendita dietro casa…ma non è che magari a quel camperino calzerebbe bene il nome “Tuco“?


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