Bayeux, più piccola ma veramente molto carina.
Caen, complessa da pronunciare ma affascinante da visitare.
Bayeux
L’abbiamo visitata per caso. Non era nei nostri piani ma una coppia di milanesi conosciuti per caso sulla Gold Beach ce ne hanno parlato bene, consigliandocene la visita. E cosa facciamo, la saltiamo? Ma no dai, andiamo a farci un giretto al volo. Siamo in camper, possiamo fare un po’ quel che ci pare, nessun orario, nessun check-in da fare, ma checcefrega?!?
Parcheggiamo Tuco gratuitamente e ci avviamo a piedi verso il centro, che dista 10 minuti a piedi. Effettivamente la città è molto carina, lo stile riprende in pieno quello dei paesi che abbiamo visitato ora, più che altro nella parte storica. Troviamo qualche casa a graticcio, un sacco di turisti, di locals e ci facciamo l’ennesimo tour nell’immancabile cattedrale di Notre-Dame di Bayeux.
Ho visto più chiese in questo viaggio che nel resto della vita!!
La cattedrale è, ovviamente, molto bella, ma quel che ci è piaciuto di più è proprio l’aria del centro. Abbiamo trovato molti turisti ma ci è sembrata una città autentica, non votata completamente al turismo. Qualche scorcio storico affascinante, negozi tipici, negozi per turisti e un po’ di traffico. Sì, il traffico, la piaga che attanaglia Palermo sin dagli anni ’90, come raccontavano a Jhonny Stecchino..
Caen
Caen, all’italiana. Ceun, cheun, can, o come diavolo si pronuncia, alla francese.
In realtà io ho un impegno di lavoro con un chitarrista francese che vive qui vicino, quindi ne approfittiamo per girarci la città e visitare uno dei musei che più mi interessa: il memoriale di Caen.
Il castello è visitabile gratuitamente, grosso e ben tenuto, permette di vedere i tetti di tutta la città. A pagamento solo il museo all’interno. Non immaginatevi, però, un castello in stile “castello della Loira“. E’ più una fortezza aperta, addirittura c’è un parcheggio auto, tanto per farvi capire.
Il pranzo nel quartier di Vaugeux
Sotto consiglio di Tanguy ci addentriamo nel quartiere di Vaugeux, storico e tipicamente affollato da turisti e locals per mangiare. Ci sono, infatti, numerosi ristoranti di svariato tipo, dal più semplice al più articolato. Noi, per gustare qualche piatto tipico francese, scegliamo “El Olivo“. Sì, suona spagnoleggiante, ma cosa devo dirvi? Era praticamente l’unico con posto a sedere.
Nonostante il nome i piatti sono francesi e ci gustiamo un po’ di cozze, la terrine (‘na schifezza senza eguali, tipo paté d’oca o roba simile che solo Davidino riuscirà a comprare e mangiare avidamente tra un paio di settimane) e della carne immersa in una salsa francese che ne arricchisce il gusto. Voto? 8. Siamo usciti da lì soddisfatti.
(N.B. la terrine non è piaciuta a me, poi ognuno ha i suoi gusti!)
Ma ora è giunto il momento tanto atteso: ci incamminiamo verso il memoriale.
Le mémorial de Caen
Un museo molto grosso e molto frequentato. L’ingresso ci è costato 28 euro a testa, una discreta batosta, ma, sinceramente, è stato davvero molto interessante.
Come al solito, però, consiglio di evitare il periodo di agosto – ferragosto a causa dell’eccessivo turismo. C’era una folla esagerata e spesso ci siamo ritrovati a saltare alcuni reperti perché accerchiati da troppe persone. Il museo ripercorre la storia della guerra, con reperti, filmati, video e quant’altro. Per gli appassionati di storia è sicuramente imperdibile. Ma, in realtà, anche per chi non è particolarmente appassionato..
In parecchi musei ho trovato dei piccoli cinema con video proiezioni di filmati originali, o brevi documentari che spiegano e analizzano determinate fasi della guerra. Alcuni li ho trovato molto interessanti, tra cui quello proiettato qui al Mémorial.
Finita la visita corriamo a prendere l’autobus per tornare dal nostro amato Tuco, che ci attende accanto al porto. Dobbiamo avviarci verso casa di Tanguy per un incontro lavorativo.
Ma questa è una storia che va al di fuori del viaggio, quindi ci vediamo al prossimo articolo, l’ultimo con Laura. Andremo a visitare il Victoria Museum e Mont Saint Michel.
Dove abbiamo dormito?
Avendo passato la serata poco fuori da Caen abbiamo dormito in un parcheggio a Saint Samson, un piccolo paese estremamente tranquillo. Ecco il link all’articolo.
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