Maggio 2021. La primavera fa capolino e con Chiara decidiamo di andare a farci una camminata insieme, dato che è un po’ che andiamo per conto nostro. Destinazione: l’Abbazia di San Pietro in Varatella. Un percorso quasi ad anello, con un dislivello notevole per le mie gambette da fenicottero. Link al percorso.
Lunghezza: 9km;
Dislivello: 840m;
Durata: 5h circa, con pausa pranzo.
Partenza
Per iniziare la camminata siamo andati direttamente in macchina al parcheggio delle Grotte di Toirano. Da qui si sale verso l’ingresso delle grotte e si prosegue.
Sin da subito il sentiero sale in maniera decisa e dopo aver passato l’ingresso delle Grotte di Toirano il percorso diventa roccioso, decisamente in salita e impegnativo. Le mie gambette patiscono, ma non mollo, sono deciso anche a mettermi un po’ alla prova. Una leggera fascite al piede mi ha fatto camminare poco in inverno, è ora di riprendersi un po’!
Oggi cammino con i bastoncini da trekking, ma la salita è così ripida che alla fine decido di appenderli allo zaino per aver le mani libere. In alcuni tratti è più comodo potersi aggrappare ad un albero che tenere sti belin di bastoncini in mano!! [Belin – gergo tecnico]
Finalmente, dopo una salita impegnativa, il contorno cambia. Ci addentriamo su un terreno erboso, verdeggiante col sole che filtra tra le foglie. Si sale sempre ma in maniera decisamente più morbida. FInché gli alberi si diradano e ci ritroviamo su un pianoro bellissimo. L’erba fine, sembra quella di un campo da golf. Ci sono diversi posti per accendere fuochi e godersi la meraviglia di questo posto.
Ci prendiamo cinque minuti per perlustrare questo paradiso e ripartiamo. La cima è ancora lassù e non vogliamo farla aspettare.
Proseguiamo sul sentiero fino alla vetta, dove troviamo la famosa Abbazia di San Pietro. Anche qui il prato sembra tenuto da un giardiniere, anche se è pieno di cacca di pecora. Probabilmente i giardinieri sono proprio gli ovini!
Osservando il panorama sul versante nord scopriamo il “Domina”, una vecchia discoteca per tamarri degli anni ’90. Rimane proprio sul monto dietro al nostro!
Mangiamo e ci prendiamo una mezzora di relax sull’erba. Ho bisogna di stretchare le gambe e, in sincerità, voglio godermi il posto. Che senso ha faticare per arrivarci e manco gustarselo?!
Il rientro
Ok, siamo pronti. Facciamo un paio di foto di rito al panorama con la croce e ci avviamo per il rientro. Seguiamo il sentiero già fatto a salire fino al pianoro con area pic-nic, ma qui facciamo una variazione. Scendiamo sulla sinistra sbucando poi verso Boissano. Anche qui la discesa non scherza, ma forse è un po’ meno ripida dell’andata. Sicuramente è molto più scoperta che, se da un lato permette di ammirare meglio il panorama, dall’altra ci fa un po’ bruciare dal sole. Ma va bene così!!
Torniamo vittoriosi alla macchina con le gambe un po’ provate (almeno le mie) ma decisamente soddisfatti.
In conclusione
Il posto merita. Il panorama da lassù è incantevole e il fondo in erba rasa è fantastico. Addirittura, ho quasi preferito il pianoro a metà strada che quello in vetta. La salita è impegnativa, sicuramente serve un po’ di allenamento e preparazione per farla, ma, soprattutto, un po’ di confidenza con camminate su terreni sconnessi ed impervi, almeno nella prima parte.
0 commenti