Borgate abbandonate in mezzo al bosco in Valle Pesio
Ottobre 2021. Un weekend autunnale passato a Chiusa Pesio con Tuco (il mio camper) con l’obiettivo di fare una bella camminata nel bosco, scoprendo le antiche borgate di pietra, abbandonate da anni in mezzo alla natura.
Ecco il link per il tracciato del percorso (Il percorso si riferisce al mio percorso per intero, partendo dall’area camper).
Lunghezza: 14 Km circa;
Durata: 5h circa con pranzo al sacco;
Dislivello: 700m circa;
Da dove partire
Il percorso è un anello con partenza (e arrivo) alla Cappella dell’Olocco, una piccola chiesa posta sulle alture sopra la frazione di Vigna. Per raggiungerla ci sono varie possibilità: in macchina, parcheggiando dove possibile nei pressi della cappella o a piedi.
Io ho parcheggiato il camper nell’area sosta camper gratuita di Chiusa Pesio, sulla strada che porta alla Certosa di Pesio, tra la frazione Vigna e la frazione San Bartolomeo. Sono poi salito a piedi fino alla cappella, allungando il giro, tra andata e ritorno al camper, di 6km circa.
Si parte
Mi infilo tra le case di Vigna per raggiungere la Cappella dell’Olocco, sottovalutando decisamente la salita. Sarà lunga 3km circa, ma la pendenza è notevole e non molla quasi mai finché non si arriva a destinazione. Ma tengo duro e proseguo godendomi il bosco circostante.
La Cappella dell’Olocco
Arrivo finalmente al punto di partenza dell’anello, la Cappella dell’Olocco. Mi immaginavo qualcosa di più maestoso, invece se tratta di una chiesetta chiusa al pubblico con un prato sottostante dove poter fare picnic.
Da qui prendo il sentiero che entra nel bosco indicante il sentiero delle Borgate. Andiamo a scoprirle!
Iniziano le borgate
Il sentiero entra nel bosco immergendosi nei primi colori autunnali. Se fossi venuto qui qualche settimana dopo i colori sarebbero esplosi nelle tonalità arancio rosso. Incontro qualche bikers e nel giro di venti minuti circa raggiungo il primo borgo, Tetti Fuggin.
Si tratta di un piccolo borgo di cinque o sei case, rimesse in ordine e abitate, magari solo in parte dell’anno. Incontro anche un signore a cui chiedo un’informazione sul percorso, che mi risponde come se fossi un cretino. Probabilmente si sarà chiesto: “Ma guarda questo tipo di città che viene fin quassù a menarmi il belino a me!!“. In effetti, come dargli torto?
Proseguo il percorso nel bosco e scopro che più vado avanti più il sentiero è peggio tenuto e meno frequentato. Mi ritrovo, infatti, sempre più immerso nel bosco e non incontro più nessuno.
Attraverso Borgata Castello e Tetti Rumanin, notando che in realtà si tratta di qualche costruzione in pietra abbandonata e mangiata dal bosco. Diciamo che mi immaginavo qualcosa di più intrigante a vedersi.
Raggiungo, poi, Borgata Mauri che, rispetto alle altre, è più “carina”. Un po’ più grossa, col bosco che si riprende i suoi spazi fregandosene delle costruzioni in pietra abbandonate. Crea un ambiente quasi inquietante e mi ritrovo a girare in mezzo alle case, quasi teso dalla situazione.
Guardo l’orologio e mi rendo conto che lo stomaco brontola per un motivo: è l’una passata e ancora non ho mangiato. Voglio, però, mangiare in un posto carino, quindi punto tutto sull’ultima borgata, Baudinet, posto sotto le Baite di Baudinet.
Borgata Baudinet
La salita è impegnativa, soprattutto con la fame appresso. Ma finalmente arrivo a Borgata Baudinet, scoprendo con sollievo che finalmente il bosco si allarga, regalando un prato ampio dove fermarsi e mangiare godendosi i pochi raggi di sole che arrivano.
Intorno a me ci sono altri due gruppi di camminatori che si godono la siesta al sole, mangiando e chiaccherando stesi sul prato.
Finisco il panino e mi stendo giusto dieci minuti prima di ripartire. Mi piacerebbe riposarmi un po’ di più ma le nuvole vanno e vengono e preferisco evitare di prendere dell’acqua.
Riprendo l’anello anche se da qui le borgate sono finite e, a parte il primo pezzo di bosco, la strada diventa asfaltata e scende continuamente, mettendo alla prova le mie esili gambette.
Oggi mi sento piuttosto stanco e questa discesa mi sta dando il colpo di grazia. Arrivo alla Cappella dell’Olocco e, notando che il cielo si è aperto completamente, decido di sdraiarmi sul prato e godermi una mezzora di pausa, sgranocchiando un po’ di frutta secca e bevendo l’ultima riserva di acqua. Mi rendo conto che ho sottovalutato il giro portandomi pochi viveri dietro.
Riprendo infine la discesa finale, spaccagambe, che mi porta a Tuco, completando così il giro, un po’ stanco ma soddisfatto della camminata.
In conclusione
Sinceramente speravo meglio, mi immaginavo delle borgate un po’ più “in vita” e un percorso più affascinante da percorrere. In realtà ho passato la giornata in mezzo al bosco per vedere dei resti di edifici in pietra qua e là, abbandonati in mezzo al bosco. Ma va bene lo stesso!!
L’anello non è troppo lungo o impegnativo, basta avere un po’ di dimestichezza con indicazioni e camminate nei boschi. Dipende poi dove parcheggiate e da dove partite. Nel mio caso, avendo allungato il percorso e aumentato il dislivello, un po’ di allenamento è consigliato.
Se vi capita fatelo, il giro non è male. C’è da dire, però, che essendo sotto le Alpi, nei dintorni ci sono posti molto più belli da vedere, senza per forza dover scalare delle grandi vette.
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