Dopo una giornata di viaggio i nostri eroi vanno finalmente alle Cime di Lavaredo, seguendo il percorso che le circonda, in mezzo a natura, montagne e una quantità folle di persone, accidenti!!
Ti sei perso la giornata precedente? Abbiamo viaggiato in mezzo alle Dolomiti per raggiungere Misurina. Ecco il link.
L’agonia della navetta
Durante il viaggio di ieri attraverso le Dolomiti abbiamo pensato continuamente a come organizzarci per salire alle Cime. Le navette ufficiali vanno prenotate e, ovviamente, i posti erano già finiti. La salita con Tuco sarebbe stata impegnativa, e non so se mi sentivo di rimetterlo alla prova. La buona notizia è che arrivati a Misurina abbiamo scoperto che c’è una navetta, non ufficiale, che ti porta alle cime con un costo di andata/ritorno di 8 euro a persona. L’unico neo è che è la navetta più usata, quindi la coda era decisamente lunga. Abbiamo visto riempirsi 2 pullman da 50 persone prima di riuscire a salire sul nostro. E siamo saliti per ultimi!
La salita verso le Cime dura una ventina di minuti e il pullman fatica non poco data la pendenza importante. Ma a noi, non importa. Noi siamo caldi per camminare, il sole splende e il Rifugio Auronzo ci attende per iniziare la camminata.
Si parte alla grande. O forse no?
Arrivati al Rifugio Auronzo ci prepariamo a camminare. C’è parecchia gente ma la cosa non ci preoccupa. Almeno finché non imbocchiamo il sentiero. Solo qui ci rendiamo conto della situazione. Una colonna di gente che cammina, esperti camminatori, arrampicatori, bambini, famiglie, anziani, corridori, palestrati, mezze seghe (io), di tutto e di più. Proviamo a superare un po’ di gente, ma lo spazio non abbonda e io, con i bastoncini da trekking in mano, non riesco ad usarli perché bucherei qualche caviglia altrui. La tentazione è forte, ma poi sarebbe un disagio iniziare a scappare di corsa in mezzo alla folla….
Si inizia a ragionare
I primi venti minuti sono così. SI chiacchera del più e del meno, sorpassando gente, e godendoci il panorama attorno. MOZZAFIATO davvero! Arrivati al primo rifugio notiamo che il sentiero principale sembra un formicaio. Gente di tutti i colori in fila indiana che cammina sotto le mastodontiche cime. A tratti ci pentiamo di aver scelto questa meta ma notiamo che c’è un sentiero un po’ più lungo, decisamente meno frequentato che sale fino al prossimo pianoro da raggiungere. Via, prendiamo quello che almeno riusciamo a camminare in libertà.
Le benedette Cime di Lavaredo
Una volta ricongiunti al sentiero principale ci ritroviamo sotto le cime, dal lato giusto, con una vista eccezionale. Finalmente, erano un paio d’anni che volevo venire qui e, finalmente, ce l’ho fatta. Il vento ghiacciato ci ricorda che il sole picchia e che siamo sudati marci, quindi il keeway è d’obbligo prima di fare il selfone ricordo!
Finalmente un po’ di spazio
Da qui c’è una buona visuale dei vari sentieri a disposizione e, a prescindere dalla lunghezza e dal percorso, decidiamo di prendere quello che passa nel verde sotto alle cime, perché è vuoto!! Finalmente possiamo camminare in santa pace, senza altra gente che ti circonda e ti costringe nel tuo umile spazio di camminata.
Intorno a noi il paesaggio lunare lascia spazio ad un po’ di verde che fa sempre bene al cuore e dopo qualche chilometro ci fermiamo per mangiare al sacco davanti alle Cime.
Si riparte, poi, raggiungendo l’ultimo rifugio e il laghetto accanto, fermandoci di nuovo a prendere un po’ di sole in relax.
Ormai siamo verso la fine. Da qui parte l’ultimo tratto comune a tutti i sentieri, e, di nuovo, ci ritroviamo in fila indiana per gli ultimi chilometri.
Il panorama, da qualunque versante, è sempre magnifico. Dolomiti rocce e verde ovunque. D’altronde, se è così pieno di gente un motivo ci sarà…
Se volete un parere, andate a visitarle. Il posto è spettacolare, ma evitate il mese di agosto. La calca di turisti spezza ogni poesia.
Ritornati al rifugio Auronzo aspettiamo la navetta per il ritorno e scendiamo da Tuco, pronti a ripartire verso il lago di Braies.
Dove andiamo?
Prima di ripartire occorre svuotare la cassetta del bagno (sì, proprio lei, la cacca!!). Dato il casino di cui già vi parlavo non posso lasciare Tuco per strada, quindi io rimango al posto di guida mentre SImo e Massi imparano a svuotare la cassetta. Tralascio i racconti dettagliati per buon gusto ma vi lascio immaginare 2 cretini alle prese con una cassetta piena di merda..
Ripartiamo verso il Lago di Braies puntando a trovare posto in un campeggio. Il piatto doccia su Tuco è crepato e abbiamo necessita di un campeggio per rimediare al problema della doccia. Peccato che siano tutti pieni! Purtroppo in Alto Adige ho constatato che è tutto bello, pulito, ordinato, ma i servizi per i camper non abbondano, a differenza, ad esempio, delle Marche e Abruzzo, dove ho trovato tutto più facilmente. Ma quella vacanza ancora ve la devo raccontare!!
Non trovando un campeggio ci affidiamo al solito Park4Night trovando un posticino carino, pulito e ordinato a MonGuelfo, perfettamente davanti alla stazione. O meglio, ai binari accanto alla stazione. Vi direte, ma che postaccio è per dormire?!? Beh, i treni sono silenziosissimi, manco si sentono, e il paese è un bijoux. Nella piccola stazione c’è addirittura una biblioteca di scambio libri, ordinata e funzionante. Abituato a Savona mi sembra di essere in un altro mondo!
Serata in relax
Abbiamo il tardo pomeriggio e la serata per rilassarci quindi, dopo una lavata a pezzi in camper, scatta l’aperitivo in un baretto in centro, ovviamente a base di spritz, e, prima di tornare da Tuco, partitona al mini golf. Una bella trashata così non possiamo certo perderla. Tre abilissimi giocatori circa quarantenni che giocano in mezzo ai ragazzini, non potevamo chiedere di meglio. Comunque sarò onesto, Simo ha stravinto. La buca N. 9 era troppo difficile e sia io che Massi siamo usciti fuori gara..
Tornati su Tuco Simo prepara una sfiziosa cena a base di risotto con condimenti misti e dopo, invece, di giocare a Burraco, usciamo di nuovo a far due passi. Questo paesino è troppo bello per non vederlo di nuovo!
Scopri come continua il viaggio. Domani andremo a Vipiteno e alle Cascate di Stanghe! Ecco il link all’articolo.
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