Weekend in zona arancione in mezzo al bosco. Le alternative sono poche, ma in preda all’euforia (chissà per cosa) decidiamo con Chiara di fare questo giro. L’avevamo già iniziato mesi prima tagliandolo per accorciare. Oggi vogliamo completarlo.

Ecco il link ai dettagli completi del percorso.

Lunghezza: 16Km circa
Durata: 6h circa con pause varie e pranzo al sacco.
Dislivello: 677mt;

I trekking che facciamo negli ultimi mesi iniziano a stufarci. Tra tutti ci confrontiamo sui percorsi fatti e da fare, ma, alla fine, siamo sempre nel comune di Savona, quindi dobbiamo adattarci. Oggi siamo solo io e Chiara e decidiamo di fare un anello salendo da Ciantagalletto, Ciatti, raggiungere Passo Perdoni e scendere a Cimavalle. Da qui tornare a Santuario, salire in Via Ranco e scendere da Marmorassi per fare ritorno al punto di partenza. Andiamo!

Come sempre la salita di Ciantagalletto ci da il benvenuto con la sua pendenza costante. Non è il modo migliore per iniziare la camminata, ma non abbiamo scelta. Costeggiamo l’SMS, rinomata per pizza e farinata, e proseguiamo la salita fino ad arrivare in località Ciatti. Anche se nell’ultimo tratto ci molla un po’, da qui si tira veramente un respiro, perchè la strada si fa decisamente più facile, pressochè in piano.
Seguiamo il cartello “Cadibona” fino ad arrivare a Passo Perdoni, dove scegliamo di scendere in direzione Santuario. Incredibilmente, a differenza delle altre domeniche, non troviamo quasi nessuno in giro a camminare. Beh, meglio!

Dopo un po’ di discesa si arriva al bivio che permette di decidere se scendere a Santuario o, come facciamo noi, a Cimavalle. Il sentiero non è molto bello, è indicato solo per bikers e camminatori. Noi, persi nelle chiacchere, ci ritroviamo ad un certo punto nel bosco, con alberi tirati giù dalla neve invernale e nessun segno di sentiero intorno a noi. Va beh, non è un problema. Potremmo tornare indietro, ma dato che Santuario è molto vicina a noi decidiamo di inoltrarci nel bosco a casaccio (o come direbbe René Ferretti: “A cazzo di cane”) cercando il sentiero. DOpo 15 minuti di imprecazioni lo troviamo e proseguiamo, ritrovandoci, infine, a Santuario.

Da qualche parte ci siamo persi il sentiero e ci siamo riuniti ad un altro, ma vabbeh, sono dettagli dai…

La tappa dalla chiesa è d’obbligo. Non per pregare, ma per sederci a mangiare sulle panchine della piazza, con un pallido sole che ci scalda. Nonostante sia metà aprile, la temperatura non è proprio primaverile…

Chilometri fatti: circa 8,5. Ottimo, siamo pronti a ripartire. Un po’ di stretching alle mie gambette da fenicottero e si riparte verso San Bernardo pronti a risalire verso via Ranco. La fatica ancora non è finita.

Passiamo da Riborgo e iniziamo il sentiero che scopriamo, però, essere stato chiuso di recente perchè attraversava i binari. Ma, come nelle migliori tradizioni, il sentierino molto grezzo che evita la chiusura è proprio accanto a noi e in un attimo dobbiamo decidere se tornare indietro o attraversare le rotaie.

Beh, il sentiero c’è sempre stato ed è usato quotidianamente. Questo singolo binario vede pochi treni al giorni e c’è ampia visibilità in lontananza. Treni non ce ne sono. Siamo temerari. Checcefrega. Andiamo, passiamo i binari e proseguiamo il sentiero che ci porta direttamente nel bosco segnalato da un cuore rosso. Cosa facciamo, non lo seguiamo il cuore? Certo che sì!

Così facendo ci ritroviamo, per la seconda volta, in mezzo ad alberi abbattuti dalla neve con un po’ di confusione su dove andare. Ma qui, in realtà, troviamo il percorso interrotto in pochi minuti.

Ci rendiamo conto che abbiamo fatto un giro un po’ più lungo di quel che volevamo fare inizialmente, ma pazienza. La giornata non sembra essere indirizzata verso sentieri giusti, quindi proseguiamo con l’animo alto. L’entusiasmo viene smorzato da qualche centinaio di metri di salita ripidissima, che ci blocca a metà per riprendere fiato. Ma lo sappiamo, la meta è lì sopra. Ed infatti, dopo alcuni minuti eccoci arrivati dalla Madonnina di Via Ranco. Da qui proseguiamo a scendere ed arriviamo in un attimo al bivio per Marmorassi, che imbocchiamo andando dritti verso il punto di partenza.

Il giro è molto bello, si passa pienamente nel bosco. Certo, noi con l’errore fatto al mattino ci siamo passati anche troppo nel bosco, ma mediamente i sentieri sono ben segnalati. Il percorso è un po’ impegnativo, non bisogna essere degli scalatori o altro, ma un po’ di allenamento non guasta. Sicuramente non consigliabile per famiglie con bambini piccoli.


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